Prendersi cura
È da tempo che ho in mente questo post. Da quando quest’estate ho riscoperto il piacere di prendermi cura di me. Che ho cominciato a correre l’ho già detto, ho iniziato una dieta, interrotta per un po’ però senza ingrassare di nuovo, solo mantenendo il peso, anche se la strada è ancora lunga, e ho cominciato un corso di Yoga.

Processed with Snapseed.
Non so se è l’avvicinarsi dei 40, può essere, o forse no, ed è solo una consapevolezza maggiore presa con gli anni, una nuova voglia di fare, e forse anche la frase di un’amica davanti a un mio outfit, non mi ha detto che non mi stava bene, mi ha solo detto “non sei tu, non ti rappresenta, devi mettere quello che ti fa stare bene”. Fatto sta che ho ripreso a prendermi cura di me. Sono sempre stata una che amava fare shopping, il reparto beauty del supermercato mi attirava come un negozio di caramelle, avevo armadietti pieni di creme, cremine, trucchi e quant’altro. Tornare a casa con bustone di shopper di abiti nuovi mi dava veramente piacere. Ero una di quelle che non usciva mai di casa se non ero a posto. Chiariamoci, non da tacchi e tailluer, non credo sarò mai una signora, ma mi piaceva essere in ordine e curata. Poi sono incappata nella trappola del “tanto lavoro da casa, che vuoi che sia”. Le tute hanno cominciato a fare capolino nel mio armadio, e non quelle per correre no, quelle per stare in casa comoda. Anche se ho sempre avuto difficoltà nell’accettare il mio fisico, ma almeno cercavo di essere sempre al meglio.
Una nuova consapevolezza e lo Strafi
Poi piano piano la sciatteria da computer si stava insinuando nella mia vita, ed erano più le volte che uscivo di casa pescando nell’armadio a occhi chiusi, e quello che usciva andava sempre bene. E ne ha risentito anche il mio fisico e il mio umore.
Ho cominciato ad accumulare nell’armadio vestiti che non mi andavano più bene. Poi la svolta, quando ho iniziato a camminare, qualcosa è scattato dentro di me, mettere pantaloni che fino a qualche mese fa non mi si allacciavano più mi ha fatto capire che dovevo riprendere in mano la situazione.
Scegliere di stare bene
Così ho ricominciato a scegliere con cura quello che indosso, mi è tornata la voglia di guardare le vetrine, e come ho scritto anche in un post su Instagram, ho ricominciato a volermi bene a sentirmi #Strafi, la filosofia lanciata da Justine di Funkymama, e vi invito ad andare a leggere tutti i suoi post, perché Strafi non vuol dire solo essere belle, vuol dire anche prendersi del tempo per sè, per uscire con le amiche, con il marito, il compagno, con chi si vuole, ma prendersi dei minuti solo nostri.
Ma non ho ricominciato a fare shopping compulsivo, semplicemente sto eliminando dall’armadio tutti gli abiti presi “perché mi andavano bene”, e ricominciato a prender quello che mi piace, ponderando bene gli acquisti, a vestirmi per stare bene con la mia pelle, non per gli altri ma per me stessa.
E anche solo un nuovo paio di scarpette d’argento possono farmi stare bene.
Complice anche quest’estate la famosa polemica sugli “shorts”, e la campagna di Veronica #estateconglishorts, e grazie alla battaglia di Justine sull’essere Strafi, ho aperto gli occhi e ho capito che posso permettermi di essere bella, di sentirmi bella. Tutto questo non per altri, nemmeno per mio marito, ma per me. È per me che la mattina mi alzo vado a correre, mi prendo qualche minuto in più per dedicarmi del tempo, che mi sono iscritta a un corso di Yoga e mi piace, che ho alzato il sedere da quel divano e mi sono detta che non potevo andare avanti così.
Non compro più quella maglia larga oversize, perché mi copre la pancia, non vado nemmeno in giro con abiti striminziti che non mi farebbero comunque sentire a mio agio. Semplicemente mi curo. Scelgo quello che mi piace, la strada è lunga ancora, perché purtroppo trovare qualcosa che davvero mi fa sentire nella mia pelle e sia anche della mia taglia, che non è minuta, non è facile. Ma ci sono negozi e piccole botteghe che su questo ci stanno lavorando.
E ho ricominciato anche a truccarmi, a riscoprire il gesto frivolo di scegliere quei colori che fanno risaltare i miei occhi, e che mi fanno sentire a posto e non un panda fuori posto.
Bellezza dell’anima
Questa nuova consapevolezza, non solo sta facendo bene a me esteticamente, se sto bene nella mia pelle, il tutto si ripercuote sulla mia vita e sul mio umore, e su tutto quello che mi circonda, ho smesso di ciondolare nella speranza che le cose cambino, ho ricominciato a volermi bene, prendersi cura fa bene allo spirito, all’anima e alle persone che ci stanno intorno, ho ripreso anche a studiare, ad aggiornami sul mio lavoro per fare sempre meglio.
Non è solo una questione estetica, ma l’anima ha bisogno anche di cura esterna, per stare bene all’interno, curare il nostro corpo, internamente e esternamente, è una serenità che ci aiuta a voler stare bene anche con gli altri.
E continuo con la corsa e lo Yoga, due discipline che fino a un paio di anni fa ritenevo impensabili, anche in questo caso per me scegliere l’outfit giusto aiuta, ho imparato la costanza, cosa che per me non è facile, e pensavo che per correre bastassero una tuta e un paio di scarpe da ginnastica, invece no, e mi sono ritrovata l’altro giorno nel reparto corsa Decathlon a scegliere i pantaloni e l’attrezzatura termica perfetta per correre anche con il freddo.
E ringrazio anche Brooks, un’azienda che ha capito il mio messaggio e mi ha scelta come testimonial per far capire alle donne che è imoortante prendersi cura, e attraverso il suo abbigliamento tecnico, mi aiuterà a sostenere le mie nuove passioni, perché sono quelle che mi fanno andare avanti, non corro solo per dimagrire, ma perché mi piace sul serio, uscire e staccare la testa per un’oretta per me è diventato un appuntamento irrinunciabile, sarà che ho anche la fortuna di correre in mezzo ai boschi, e quella sensazione di leggerezza è impagabile, e a partire dal reggiseno che è fondamentale per una con tanto seno come me se non voglio incorrere in problemi seri, mi aiuta a far capire che anche per quello ci vuole cura, che non si può uscire a correre con un semplice reggiseno, ma di questo vi parlerò più avanti, per questo nei prossimi giorni troverete una nuova rubrica sul mio blog dedicata allo sport, vi aggiornerò sui miei progressi, senza pretese, non sono una che vuole insegnare a correre o a fare sport, vorrei solo far capire che anche se siamo mamme, donne impegnate, dobbiamo prendere del tempo per noi, per dedicarci del tempo, che la famiglia è importante, ma se non cominciamo da noi stesse, non riusciremo mai a trovare un equilibrio per superare i nostri limiti e le nostre paure, e io intanto cerco di diventare grande senza le insicurezze del passato, che sono quelle che mi hanno sempre limitata.
Ho sempre preso le decisioni in base al giudizio degli altri, anche se sembro forte e sicura di me, dentro sono sempre stata sensibile e insicura, e le parole altrui hanno sempre avuto il potere di sminuirmi, dal piccolo bulletto che incontravo a scuola all’amico che faceva battute sul mio fisico pensando di fare il simpatico. Ecco no, tutte quelle battute che fate sulla gente, pensateci, quando giudicate qualcuno sul suo aspetto fisico, magra o grassa che sia, anche pensando di fare una battuta spiritosa, non fatela, perché se anche magari dall’altra parte non vi mandano a quel paese, le vostre parole possono ferire anche se non si vede, una sola parola sbagliata può compromettere la decisione di libertà di un’altra. Le parole hanno un peso, e ormai dovreste saperlo.
Ora basta, ho deciso che devo essere #strafi e lo sarò, per me e per la mia famiglia, per i miei figli, per insegnare loro il rispetto, e che anche loro devono prendersi cura di loro, dentro e fuori.
One Comment on “Prendersi cura e sentirsi #strafi”
Bellissimo Elena.
Come ti ho già detto…alla mia oretta libera 3 volte a settimana non rinuncio, neanche quando mi sento stanca morta.
Devo staccare la testa e non pensare a nulla
E me ne frego quando mi dicono “che vai a fare a camminare o in palestra, mica devi dimagrire?”
come glielo spieghi alla gente che alleno l’anima?